Il 19 settembre si apre all'International Center of
Photography a New York la mostra del progetto ambientale del grande fotografo
Genesis, la grande esposizione delle opere
fotografiche di Sebastião Salgado si aprirà all'International Center of
Photography di New York il 19 settembre fino all'11 gennaio 2015. Si tratta
della prima uscita americana del progetto del grande fotografo, il suo
personale canto alla Terra. Curata da Lélia Wanick Salgado, è il
risultato di un lavoro di 8 anni con più di 200 spettacolari scatti in
bianco e nero sulla natura, i paesaggi, le popolazioni indigene meno conosciute
per documentare nell'insieme i cambiamenti climatici e le problematiche
ambientali e raccontare la grande bellezza del nostro pianeta in una sorta di
atlante antropologico.
Una parte del suo lavoro è rivolto agli animali . Salgado
ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe giganti, iguane e leoni
marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali selvatici che attraversano il
Kenya e la Tanzania rispondendo al richiamo annuale della natura alla
migrazione.
Un’attenzione particolare è riservata alle popolazioni
indigene vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i
Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani del
deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto namibico e quelle
più remote delle foreste della Nuova Guinea. Salgado ha trascorso diversi mesi
con ognuno di questi gruppi per poter raccogliere una serie di fotografie che
li mostrassero in totale armonia con gli elementi del proprio habitat. Genesis
è grido di allarme per la conservazione di queste zone ancora incontaminate.
Chi è Sebastiano Salgado:
Sebastião Ribeiro Salgado nasce nel 1944 ad Aimorés, nello
stato di Minas Gerais, in Brasile. A 16 anni si trasferisce nella vicina
Vitoria, dove finisce le scuole superiori e intraprende gli studi universitari.
Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si
trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come
economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Nel 1973 torna
insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo.
Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma,
Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lèlia la agenzia Amazonas
Images, Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli indios e dei
contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà
degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il
1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine
della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo,
(Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in 7
diverse città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento, non
solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del
Terzo mondo, in due libri di grande successo: In cammino e Ritratti di bambini
in cammino. (Contrasto, 2000). Grandi mostre itineranti (A Roma alle Scuderie
del Quirinale e poi a Milano all’Arengario di Palazzo Reale) accompagnano anche
in questo caso l’uscita dei libri.
Lélia e Sebastião hanno creato nello stato di Minas Gerais
in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta
equatoriale - che era a rischio di sparizione - una larga area in cui sono
stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura
è tornata a fluire. L’Instituto Terra è una delle più efficaci realizzazioni
pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale ed è diventata un
centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorès.
Al suo lavoro Wim Wenders ha dedicato Il sale
della terra, un film evento, magico, presentato all'ultimo festival di
Cannes Il sale della terra, in cui il regista tedesco ha voluto raccontare
l'opera di Salgado, il più grande fotografo vivente, ecologista e umanista.
Le Sel De La Terre / The Salt Of The Earth (2014) (Clip)(ANSA)
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