Quattordici giovani scelgono i loro ispiratori, per una
selezione che smentisce gli stereotipi.
Difficile estirpare definitivamente un certo colonialismo
dallo sguardo che il sistema dell’arte occidentale getta sui Paesi “emergenti”.
Ciò vale anche per le nazioni che vantano una storia già conosciuta di
neoavanguardismo come il Brasile. Il metodo scelto per Imagine Brazil
scongiura il rischio andando alla ricerca di uno sguardo dall’interno sull’arte
contemporanea brasiliana.
I tre curatori Hans Ulrich Obrist, Gunnar B. Kvaran e
Thierry Raspail hanno infatti selezionato sul territorio 14 giovani artisti e
hanno chiesto a ognuno di indicare un artista delle generazioni precedenti: la
selezione comprende così nomi non scontati. La mostra esce non solo dagli
stereotipi da cartolina, ma anche da quelli che tendono a ridurre tutto il
contemporaneo brasiliano al Tropicalismo. E si scopre che la denuncia politica
diretta è solo una componente dell’arte brasiliana, mentre molti artisti
scelgono l’allusione e della sublimazione formale.
Impossibile citare tutti gli
artisti riuniti. Si può partire dai big come Adriana Varejão, presente
con due esempi delle sue straordinarie opere-simbolo: le tele che raffigurano
interni piastrellati e le “tele squartate”, quadri-scultura da cui spuntano delle
interiora. Nella stessa stanza c’è un altro grande nome, Tunga, con due
installazioni spettacolari e rigorose tra il poverismo e il post-human. Cildo
Meireles è presente invece con il suo mare fatto di libri, lo stesso visto
a Milano all’Hangar Bicocca.
Tra i decani, un nome da riscoprire assolutamente
è quello di Maria Martins (1894-1973), in mostra con alcune
straordinarie sculture degli Anni Quaranta che coniugano modernismo e
primitivismo. E meritano un approfondimento anche le sculture minimal-poveriste
di Fernanda Gomes.
Il Brasile in mostra a Lione:
veduta della mostra
Molte le scoperte da tenere d’occhio tra i giovani. A un
secondo sguardo dopo la Biennale di Lione del 2013, convince ancor di più la
pittura ibrida e innovativa di Thiago Martins de Melo, Paulo Nimer
Pjota e Gustavo Speridião. Deyson Gilbert coniuga bene
l’estetica delle neoavanguardie con quella recente dell’installazione
antimonumentale; spiritose e originali sono le minisculture di Rodrigo Cass.
E va citato anche Jonathas De Andrade, che sistematizza con un colorato
sistema geometrico il linguaggio della disobbedienza civile. Come una mostra
all’interno della mostra, poi, una sezione raccoglie libri d’artista di autori
brasiliani: eleganti, radicali, minimali, fantasiosi.
Altre due esposizioni si
affiancano a Imagine Brazil. Occupa un intero piano la personale del
britannico Oliver Beer: l’opera principale è un’enorme e suggestiva
installazione sonora. Si entra in una cassa armonica gigantesca e si ascoltano
le voci di alcuni cantanti nascosti nel buio: le rifrazioni della voce sono
estremamente suggestive. Nei giorni in cui non è prevista la presenza dei
cantanti, i visitatori possono cimentarsi usando la propria voce; un video che
li istruisce è proiettato all’ingresso. L’altra mostra, infine, è quella del
canadese Ben Schumacher, che presenta un progetto per una inusitata e
futuribile sala da bagno.
Stefano Castelli
Scritto da Stefano Castelli | martedì, 22 luglio 2014
Lione // fino al 17 agosto 2014
Imagine Brazil
a cura di
Gunnar B. Kvaran, Hans Ulrich Obrist e Thierry Raspail
MAC
81 quai Charles de
Gaulle
+33 (0)4 72691717
www.mac-lyon.com
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