Non solo il prezzo di un biglietto
A
|
A meno
di 100 giorni dai mondiale di calcio 2014 del Brasile, chi si mobilita contro l’evento,
continua a sfidare i diversi livelli di governo e le autorità coinvolte nei
preparativi. Gli avvenimenti iniziati nel mese di giugno 2013, in occasione della “Confederations Cup”, sono stati di grande rilevanza per la vita
politica brasiliana. Lo
slogan dell’enorme manifestazione pacifica per le vie di São Paulo e diverse
capitali del Brasile, come per esempio, Rio de Janeiro, Curitiba,
Florianópolis, Belo Horizonte, era la revoca dell’aumento delle tariffe dei
trasporti pubblici, associata al ripudio della violenza della polizia militare
che aveva duramente reagito alle manifestazioni precedenti. La causa dell’indignazione sta nel fatto
che le tariffe sono molto elevate in proporzione al salario minimo, che è la
fonte di sostegno per la maggioranza delle famiglie brasiliane.
Oltre alla tariffa, considerata esorbitante, le imprese
di trasporto ricevono sussidi dalle amministrazioni comunali e dallo Stato.
Dopo le prime manifestazioni dell’inizio
del mese di giugno 2013, la protesta ha raggiunto proporzioni enormi, con una
partecipazione popolare diversificata, in grado di riunire più di 200 mila persone
solo a San Paolo, secondo le stime ufficiali.
Senza alcun intervento da parte della polizia, si è caratterizzata come
manifestazione pacifica, e ha dimostrato che la popolazione della città, di opinioni
molto frammentate, è capace di stringersi attorno ai problemi che ha in comune.
La rilevanza storica di questi eventi è data dal fatto che una mobilitazione di tali dimensioni non
avveniva da più di vent’anni, quando alla fine del periodo della dittatura
militare brasiliana il movimento “Diretas Já” rivendicò
le elezioni dirette del presidente
della Repubblica federativa del Brasile.
Queste
proteste, hanno avuto un grande impatto nell’opinione pubblica di tutto il
mondo. L’interessante sta nel vedere che in Brasile, il paese che tutti nel
mondo considerano il più patologicamente ammalato di calcio, si metta in
discussione la necessità di tenere in piedi il circo affaristico del pallone,
sempre più gonfiato e sempre meno etico. Il fatto che ci siano tanti
brasiliani, soprattutto giovani, che esprimono la loro rabbia per lo spreco di
denaro previsto per i prossimi Mondiali di calcio 2014, e che davanti agli stadi, numerosi gruppi,
organizzavano proteste con slogan del tipo Copa para quem? [Coppa per
chi?], o, Não vai ter copa [Non ci
sarà il mondiale], o ancora, “Quero
hospital padrão Fifa, [riferendosi alle esigenze della Fifa in rapporto
agli stadi] o ancora, “Da copa eu abro mão
por mais dinheiro para a saúde e educação [Del mondiale faccio a meno in
cambio di più soldi per la salute e l’istruzione]. Vedere migliaia di manifestanti che si riversavano nelle strade
esigendo la riduzione delle tariffe e il miglioramento e l’ampliamento dei
servizi prestati, riconoscendo esplicitamente, che è necessario stabilire un
diverso ordine di priorità negli investimenti pubblici: è stato molto
confortante. Soprattutto, si sfratta il mito del Brasile come la casa del
calcio, e si viene a sapere che nel massimo campionato brasiliano la media è di
quindicimila spettatori a partita, meno che nella seria B tedesca.
Inizialmente le manifestazioni sono state organizzate dal
MPL Movimento Passe Livre, [trasporto libero], che rivendica nel lungo
periodo la diminuzione progressiva delle tariffe del trasporto pubblico e,
nell’immediato, la revoca dell’ultimo aumento. Pur mantenendo in generale la linea direttrice del MPL, le proteste di
piazza hanno dato voce a diverse forme d’insoddisfazione e già dai primi
giorni di manifestazione, mentre la popolazione scendeva in piazza, si notava
una forte presa di coscienza da parte dei manifestanti, della propria forza, e
l’obiettivo specifico delle riduzioni tariffarie si diluiva nelle parole
d’ordine generiche d’esaltazione del patriottismo brasiliano: “contro la corruzione e contro i partiti”. Questa parziale
trasformazione delle manifestazioni in senso antipartitico si è avvalsa del
fatto che la campagna del MPL [Movimento Tariffa Libera], organizzatore delle
prime proteste, con lo scopo unico della revoca del aumento delle tariffe dei
trasporti - è formalmente slegata dall’appoggio dei partiti. Nei giorni
successivi, le proteste in varie città del Brasile hanno cominciato a essere gestite
da gruppi di manifestanti che intonavano canti d’orgoglio nazionale e slogan
tradizionalmente associati alla destra conservatrice, e si sono macchiate di
episodi di caos e violenza. La grande stampa e le principali reti televisive,
controllate dai grandi gruppi d’interesse del paese, hanno iniziato a sostenere
gli slogan e le rivendicazioni di stampo conservatore che si sentivano in
piazza, indirizzandoli fortemente in senso antigovernativo e antipetista [cioè
di opposizione al PT, il Partido dos Trabalhadores]. Anche se, i governi di molte città del paese, incluso San
Paulo e Rio de Janeiro hanno revocato gli aumenti, da allora, le
manifestazioni non si sono mai interrotte.
Le contestazioni erano
caratterizzate da rivendicazioni non univoche, anzi, talvolta contrastanti.
In tale contesto, è apparso evidente che non era possibile considerare la
questione come un “semplice” scontro tra sostenitori di istanze “di
destra” e “di sinistra”, ma piuttosto andava vista a partire del quadro di
scontento generale dei cittadini brasiliani per le mancate riforme da parte
degli ultimi governi. L’azione di governo del PT durante questi ultimi anni di
governo è stata caratterizzata da una distribuzione di denaro pubblico a favore
di progetti d’assistenza alla popolazione, da una politica d’incentivazione dei
consumi e conseguentemente da una crescita del mercato interno, ma allo stesso
tempo dalla mancanza di radicali riforme strutturali, soprattutto nei settori
della salute e dell’educazione. Così, dopo dieci anni di governo del PT [otto
di Lula e due di Dilma Rousseff, attuale presidente in carica], la maggior
parte della popolazione brasiliana, di tutti i ceti e di tutte le tendenze
politiche, osserva con sgomento il permanere di una situazione sanitaria che
continua a essere molto preoccupante, con gravi mancanze nell’assistenza
primaria e secondaria, [prevenzione ed ospedali], e con un’istruzione pubblica,
soprattutto primaria, pesantemente insufficiente. Questo, mentre la classe
politica si rende protagonista di gravi scandali per corruzione, che hanno
coinvolto importanti dirigenti dello stesso PT. Paradossalmente, il Partito dei Lavoratori, l’unico in Brasile
di formazione e composizione non elitaria, ha accompagnato in questi anni la
crescita e il rafforzamento di una classe media che è tradizionalmente
conservatrice [e che quindi gli è politicamente ostile], la quale,
proprio in virtù del miglioramento delle proprie condizioni, reclama maggiore
spazio politico all’interno dei processi di costruzione del paese, e si sente
nelle condizioni di esigere con più forza un’amministrazione decente della cosa
pubblica. Tutto ciò avviene sullo sfondo del permanere di alcune “strutture”
ereditate dai tempi della dittatura militare, come la gestione e organizzazione
della polizia militare, quotidianamente responsabile di azioni molto violente
soprattutto nelle periferie delle città, e braccio repressivo del sistema
politico corrotto.
Si può quindi concludere che le proteste di piazza sono
una reazione collettiva a una semplice diagnosi di base; ossia, che in dieci
anni di governo del Partito dei Lavoratori, gli unici risultati tangibili
sembrano essere, un’enorme diffusione della corruzione, la mancata
realizzazione di quelle riforme politiche e sociali che fanno parte del
programma politico del PT, e che la maggioranza della popolazione e della base
elettorale petista considera essenziali
per il Brasile, il permanere di
condizioni precarie di salute e educazione, in larghissimi strati della
popolazione. È dunque, da tali
considerazioni che parte delle proteste di piazza hanno assunto delle
connotazioni vagamente anarchiche, rivendicando un modello di azione apartitica
[come se i partiti corrotti fossero la causa di tutti i mali], che sta offrendo
spazio alla strumentalizzazione da parte di gruppi di destra, reazionari e
conservatori, che, con il sostanziale appoggio della grande stampa, vedono
nella critica all’azione politica del PT la possibilità di destabilizzare il
governo in carica.
L’azione della polizia contro i manifestanti e soprattutto
contro i giornalisti ha segnato un punto decisivo nella valutazione da parte
della stampa delle rivendicazioni dei manifestanti. Tradizionalmente
caratterizzati da un atteggiamento contrario alle proteste e favorevole al
governatore dello Stato, i grandi mezzi
di comunicazione hanno iniziato a rilevare l’uso eccessivo della violenza da
parte della polizia militare, che impediva il diritto legittimo a
manifestare. Tale nuovo atteggiamento, tendente a mettere in risalto il
carattere democratico delle manifestazioni, ha fatto in modo che ampi strati
della popolazione si sentissero coinvolti nella lotta per la rivendicazione dalla
diminuzione della tariffa, affrontato
una polizia scatenata in una repressione durissima, dai manganelli ai
lacrimogeni, dai proiettili di gomma agli arresti, ottenendo l´unico risultato
di radicalizzare e intensificare le proteste.
Chi manifesta?
Residenti costretti a traslocare a causa delle
opere della Coppa del Mondo e Olimpiadi; militanti di movimenti sociali; il movimento a favore del trasporto pubblico
gratuito “Passe Livre”; partiti
politici; moltitudine di giovani organizzati via internet; la borghesia
spaventata dal “pericolo” bolivariano; e,
infiltrati nei cortei, diversi gruppi di black bloc, alcuni dei quali di
nazionalità straniera che si mescolano in una rete d’indignati, più di sei anni dopo che il
paese fu scelto per ospitare l'evento sportivo.
All’inizio delle proteste nel mese di giugno 2013,
il movimento era cresciuto fino a
diventare la più grande manifestazione avvenuta in Brasile dopo le proteste del
1992 contro l'allora presidente Fernando Collor de Mello. Come in altre recenti proteste di massa avvenute altrove, i social
media hanno svolto un ruolo importante nell'organizzazione delle proteste
pubbliche e nel mantenere i manifestanti in contatto tra loro.
L’ultima
manifestazione si è svolta nell’ultimo 25 gennaio in otto città del Brasile. A
San Paulo, una manifestazione indetta via Facebook da un profilo apocrifo, ha radunato circa 2.000 persone ed è finita con i
soliti saccheggi promossi da black bloc, oltre 160 detenuti e un giovane
colpito da una pallottola; l'ultima vittima della impreparazione della forza di
polizia di trattare con le proteste. In altre città, l'aderenza era inferiore e
gli atti trascorsero senza gravi incidenti. Anche così, le autorità hanno
sentito il colpo. La polizia ne ha
randellati molti e gli ha lanciato addosso, gas lacrimogeni, com’è solita fare
quasi dappertutto nel mondo. Ma, almeno per ora si è astenuta dall’allinearsi
alla nuova moda “alla turca”, che prevede di sparare ai manifestanti con gli
idranti, sostanze tossiche direttamente sulla faccia della gente. A Rio, gli scontri fra dimostranti e forze di polizia avvenuti nei pressi di
una stazione della metropolitana cittadina hanno provocato la morte di un
operatore TV, il ferimento di sette persone e l’arresto di oltre una ventina di
manifestanti.
La preoccupazione che situazioni analoghe possano
ripetersi anche in occasione dei prossimi mondiali di calcio ha spinto il
governo a cercare un “dialogo permanente” con i movimenti sociali delle dodici
sedi dell’evento sportivo dell’anno. La decisione dell’esecutivo è stata resa
nota da Gilberto Carvalho, Capo di Gabinetto della Presidenza della Repubblica.
La preoccupazione è
di assicurare la pace nei giorni delle partite, ma, i manifestanti temono che
la polizia di Stato, con il consenso del Governo, insistono sull'applicazione
della forza e della repressione, invece di aprire canali di dialogo con la
società civile.
La risposta di Dilma Rousseff alla
“voce delle strade” si è ridotta a nulla. La promessa di destinare il 100%
delle royalties dei giacimenti petroliferi sottomarini [in verità meno dell´8%
della rendita proveniente dal petrolio, che per il 92% è nelle mani del
capitale privato internazionale] è stata mutilata e postergata dal Congresso.
La “riforma politica”, annunciata prima come Assemblea Costituente e dopo
ridotta a modifica di un paio di meccanismi elettorali, è stata semplicemente
sepolta dal Congresso Nazionale.
Sarebbe una spiegazione troppo facile dire che è a causa del
calcio e della coppa del mondo, invece, le manifestazioni, hanno cause più
profonde in seno a una società contraddistinta dalla radicale diseguaglianza economica, dal disinteresse politico e dallo
sconforto per le violenze perpetrate della polizia, per il rialzo dell’inflazione e, in
particolare, per l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico.
Le critiche si concentrano sulla
consistente spesa pubblica, confinante con quindici
miliardi di dollari,
e interventi urbani, che, in gran parte, ha tralasciato le preoccupazioni nel
estendere i benefici dei mondiali a una porzione più ampia della società.
La
rivendicazione della diminuzione delle tariffe dei trasporti pubblici catalizza
altre questioni che contribuiscono al sentimento popolare d’insoddisfazione. Gli investimenti miliardari in
vista della realizzazione della Coppa delle confederazioni e della Coppa del
mondo di calcio non possono non avere un effetto sull’indignazione dei
brasiliani che, nonostante la maggior parte non manifestino pubblicamente,
riconoscono, ad esempio, il problema della mancanza d’investimenti nelle aree
della salute e dell’educazione pubblica. Senza dubbio, la FIFA cercherà di fare in modo che tali accadimenti non vadano a
danneggiare gli eventi sportivi previsti, esercitando la propria
influenza nei mezzi di comunicazione, con i quali ha chiuso dei contratti
esorbitanti. Inoltre, e biglietti per gli incontri del Mondiale, partono da
150reais, [circa quarantasette Euro], non sono alla portata della maggioranza
dei brasiliani. “Si rischia di vedere due mondiali di calcio: uno sfavillante
negli stadi, con la regia della Fifa e un altro nelle nostre città, dov’è
impossibile prevedere il livello di tensione”, dice Juca Kfouri, giornalista
sportivo di Sao Paulo. “Se sarà pari a quello della Confederations Cup, allora
sarà il disastro”.
Se poi qualcuno nutrisse ancora
qualche dubbio sulla parte dalla quale schierarsi, ecco per lui le sagge parole
di Joseph Blatter, presidente della Fifa, a commento proprio delle
manifestazioni di protesta: “Il calcio è
più importante dell’insoddisfazione delle persone”.
|
lL lato oscuro dei Mondiali di
calcio del 2014
Gli
sfratti:
Secondo Raquel Rolnik, rappresentante delle Nazioni Unite per il
diritto all’abitazione, in Brasile si sta prendendo come scusa la Coppa del
Mondo del 2014 per cambiare la struttura e l’organizzazione delle città
brasiliane senza una previa discussione pubblica, né processi partecipativi. Anche Amnesty International ha
denunciato che 150mila persone sono state sfrattate dalle loro case per fare spazio a stadi e strutture dei Mondiali
di calcio, mentre città come Porto Alegre, Rio de Janeiro e Salvador de Bahia
hanno ridotto l’estensione e il numero delle zone di preservazione ambientale
permanente per fare spazio alle nuove infrastrutture.
_ “Ovunque nel mondo, eventi sportivi di questa
portata sono accompagnati da una serie d’interventi urbanistici che cambiano il
volto delle città ospitanti, il problema è che, nel caso del Brasile, questi
interventi favoriscono la cementificazione di alcune aree e portano alla
delocalizzazione dei poveri in zone remote”, dice il professore da UFRJ [Universidade
Federal do Rio de Janeiro] Orlando Santos Júnior, ricercatore presso Metropolis
Observatory. “Si stima che ad oggi ci sono oltre 150 000 residenti trasferiti .
Il governo federale non ha mai rilasciato una valutazione nazionale dei senza tetto”.
Prostituzione:
Molte ONG brasiliane sono inoltre preoccupate dell’aumento della
prostituzione durante l’evento, e dell’esclusione dei venditori ambulanti dalle
vendite di gadget durante la Coppa del mondo. In Sudafrica 100mila persone
hanno perso il lavoro e si stima che in Brasile l’evento colpirà circa 300mila
lavoratori informali.
Promesse di crescita economica:
Il Governo di Dilma Rousseff, ha promesso la creazione di circa 700 mila nuovi
posti di lavoro, e un aumento del Pil dello 0,26%, cioè 4 miliardi di dollari,
ma esiste un forte rischio che non sia veramente così. Il 99% dei costi dell’organizzazione dei mondiali di
calcio in Brasile sarà stanziato dal settore pubblico, perché i privati questa
volta mettono pochissimi soldi a disposizione, non vogliono che si ripeta il caso
Sudafrica, [La ristrutturazione di alcuni stadi e la costruzione di altri è
stata finanziata da sponsor privati, che hanno perso l’investimento perché dopo
l’evento non sono più stati usati. Troppo grandi perché siano redditizi. Fino ad ora sono stati investiti 14,5
miliardi di dollari per la costruzione di aeroporti, stadi e per potenziare i
trasporti. Così, quella nel Paese sarà la Coppa del Mondo più costosa della
Storia dopo il Sudafrica che ha avuto un costo per la nazione pari a 1.709% più alto del previsto. Invece
di guadagnare 600 milioni di dollari, come preventivato, il Sudafrica ha perso
2,3 miliardi. La Fifa invece guadagnò 2,5 miliardi, i ricavi più alti della
storia dell’organizzazione.
Paradiso fiscale:
La Fifa e gli sponsor del Mondiale di calcio 2014, hanno chiesto come
condizione, una deroga al pagamento delle tasse e i diritti esclusivi per le
vendite durante l’evento. Questa eccezione costerà al Brasile circa 680 milioni
di dollari. Inoltre, la Fifa è riuscita a sospendere la legge brasiliana che
proibisce la vendita di alcol negli stadi per evitare situazioni di violenza. “L’alcol
è parte della Coppa del Mondo della Fifa e questo non si negozia”, hanno
avvertito dall’organizzazione. Così gli sponsor dell’evento, beneficerà
dell’esclusiva, com’è successo in Sudafrica e i produttori di birra locali rimeranno
esclusi dalle vendite.
Inoltre, tutte le limitazioni per eccesso di
prestiti sono state sospese, e tutti i prodotti e servizi che sono legati alla
costruzione degli stadi in Brasile, beneficiano oggi della deroga delle tasse.
Come non bastasse, la Fifa ha anche chiesto che il Brasile si assuma
tutte le responsabilità finanziarie derivate da possibili danni causati da
catastrofi naturali e attacchi terroristici.
Nuova legge contro il terrorismo:
PLS 499/2013
– [Progetto di Legge del Senato]
La legge antiterrorismo dovrebbe punire i manifestanti?
Per gli specialisti, inquadrare i manifestanti come terroristi è
un’esagerazione guidato dalle esigenze di protezione delle norme della Fifa.
Il Progetto di Leggi del Senato
499/2013, che caratterizza il reato di terrorismo in Brasile, è al centro del
dibattito politico. Alla vigilia dei Mondiali di calcio, i senatori si
affrettano ad approvare la proposta, prima del grande evento. Secondo il
progetto legge, Art. 2°, sarà
considerato terrorismo “diffondere terrore e provocare panico generalizzato
mediante reato o tentativo di reato alla vita, l’incolumità alla salute o alla
privazione della libertà di persona.” – Pena – reclusione di 15 a 30 anni.
Così com’è definito, il reato di
terrorismo può applicarsi ai reati commessi da gruppi e individui coinvolti in
manifestazioni di massa. Le sanzioni sono severe i sono previsti fino a
trent’anni di reclusione nel caso di morte, come nel caso dell’operatore TV,
Santiago Andrade, ucciso durante la protesta contro l'aumento delle tariffe
degli autobus, a Rio de Janeiro.
Specialisti di Diritto
Costituzionale dalla Facoltà Mackenzie Rio, credono che oltre ad essere una
risposta alla società davanti alla recrudescenza delle manifestazioni dopo la
morte di Santiago Andrade, il disegno di legge mira a soddisfare le esigenze di
sicurezze del cosiddetto “padrao Fifa”- ovvero il protocollo Fifa. “La corsa
dei senatori ad approvare questo progetto corrisponde al tentativo di rispondere
alle esigenze della classe media, spaventati dalla violenza delle ultime
manifestazione, e la potente lobby della FIFA, che è preoccupata per la
mancanza di controllo delle autorità. La criminalizzazione del terrorismo in
queste circostanze incontra interessi sovranazionali. Se la Legge, verrà
approvata in questo modo, è veramente un colpo mortale alla possibilità della
mobilitazione di massa”, dicono. “Non ci sarebbe il bisogno di creare una nuova
legge, quando il Codice Penale Brasiliano, sarebbe sufficiente a garantire la
sicurezza in Coppa del Mondo e nelle Olimpiadi, se fosse semplicemente
applicato in modo più rigoroso per quanto riguarda i crimini contro la vita e
la proprietà”, aggiungono.
Uma cidade só existe para quem pode se movimentar por ela - Una città
esiste soltanto per chi ci si può muovere.
I
|
n questo quadro complesso e in
continua evoluzione, basato su un’instabilità politica molto forte, e alla
presenza di forze conservatrici che tendono a depoliticizzare il significato
delle manifestazioni, vale la pena
sottolineare al contrario, il carattere politico e la forza strategica
dell’azione del MPL. L’obiettivo dell’abbassamento progressivo delle tariffe
dei trasporti pubblici e del riconoscimento a livello costituzionale dello
stesso, come diritto dei cittadini al pari della salute e dell’educazione,
mira, infatti, ad agire proprio in uno dei settori maggiormente colpiti dalla
corruzione, che è unanimemente riconosciuta come una delle piaghe del paese. In
tal senso, di là delle riduzioni tariffarie che sono state riconosciute in
molte città del Brasile in seguito alle manifestazioni del mese di giugno dello
scorso anno, è sicuramente una vittoria
politica del movimento l’aver ottenuto, di fatto, l’ingresso di tale tema
nell’agenda politica di tutti i politici che si presenteranno alle prossime
elezioni, previste per il mese di novembre. Il MPL riunisce studenti; giovani
lavoratori; disoccupati delle periferie delle capitali brasiliane e alcune
organizzazioni di sinistra.
Movimento Passe Livre - MPL
In sette
punti, il Movimento Passe Livre spiega chi sono, a cosa mirano e come sono
organizzati.
1. Chi sono
Il Movimento Passe Livre (MPL), è un movimento
sociale, autonomo, apartitico, orizzontale e indipendente, che lotta per un
trasporto pubblico vero, gratuito per tutti gli strati della popolazione e al
di fuori della iniziativa privata.
2. Com’è nato?
La rivolta popolare che ha originato i principi e l'idea del movimento Passe
Livre è nata a Salvador, capitale dello stato di Bahia. Nel 2003, migliaia di
giovani; studenti; operai; lavoratori e lavoratrici chiusero le strade
pubbliche, per protestare contro l'aumento delle tariffe. Per dieci giorni, la
città restò paralizzata. L'evento è stato così rilevante che è diventato un
documentario intitolato “La rivolta do Buzù” (nomignolo, diminutivo di onibus, che vuoi dire autobus in portoghese),
di Carlos Pronzato. Il film mostra come l'Unione Nazionale degli Studenti (UNE)
e l'Unione Brasiliana degli studenti delle Superiori (UBE) tentarono di
mettersi a capo di una rivolta che non avevano generato. La Rivolta del Buzù fino
ad allora, era caratterizzata da un movimento autonomo e spontaneo. Dopo la scissione,
la UNE e le altre organizzazioni si misero in contrasto con il movimento perché
non riuscirono a esserne leader.
L'anno seguente, 2004, un gruppo di studenti di Florianópolis già si
articolava in una proposta diversa dalle organizzazioni studentesche ufficiali.
Ispirati dagli eventi di Salvador, la città si fermò nella famosa "Rivolta
della Catraca" [catraca: tornello sugli autobus per regolare il
passaggio]. Le proteste chiedevano, ancora una volta, la riduzione
delle tariffe degli autobus, e ha avuto la partecipazione di studenti,
associazioni di residenti, insegnanti, sindacati e la popolazione in generale.
Queste esperienze di Florianópolis e Salvador furono così rilevanti che,
nel 2005, il “Movimento per il passe livre” della capitale dello stato di Santa
Catarina - Florianópolis,
ha deciso di organizzare una grande riunione (plenaria) al quinto Forum Sociale
Mondiale nel gennaio 2005. Lì, persone provenienti da diverse città del paese
condivisero le loro esperienze nella lotta per un trasporto collettivo di
libero accesso e passi gratuiti per gli studenti. Così, nasce ufficialmente il
Movimento Passe Livre, che ora è presente nelle principali città di tutte le
regioni del paese.
Al Forum sociale mondiale di Porto Alegre,
nel 2005, il MPL ha “istituzionalizzato” la sua organizzazione facendo del
diritto basilare di muoversi nella città la sua principale bandiera; un diritto
che deve essere garantito dal potere pubblico, come l´educazione e la salute, e
che per essere affermato richiede una trasformazione del modello di trasporto,
da privato a pubblico. Il che esigerebbe altre trasformazioni [il rimodellamento
della città e dello spazio] e l´attacco al regime sociale capitalista.
3. Come si organizza il MPL?
Con l’intento di sfuggire all’opportunismo delle organizzazioni ufficiali
degli studenti, il Movimento Passe Livre si
organizza con principi di base, approvati nella riunione plenaria che si è
tenuta nel quinto Forum Sociale Mondiale del 2005.
I principi di organizzazione approvati furono indipendenza, apartitico,
orizzontalità e decisioni per consenso. Durante il 3° Incontro Nazionale del
Movimento Passe Livre (ENMPL), nel luglio 2006, si è aggiunto come principio il
federalismo. Questi principi possono essere modificati solo con il metodo del
consenso.
L'articolazione nazionale del movimento è fatta attraverso GTNs (“Grupos
de Trabalho Nacional”: gruppi di lavoro nazionali), con i quali
il movimento organizza azioni comuni, giornali nazionali (come il quotidiano nazionale
del movimento) e l'Assemblea Nazionale del Movimento Passe Livre (Encontro
Nacional do Movimento Passe Livre ENMPL). Nell'ultimo ENMPL è stata
data l’indicazione di creare dei GTS (Grupos de trabalho di comunicazione,
organizzazione e supporto legale).
4. Cos’è
il passe livre?
Il MPL vuole approfondire il dibattito sul diritto di trasporto urbano,
sulla mobilità nelle grandi città e su un nuovo modello di trasporto per il
Brasile. La loro principali bandiera è
il cambiamento: dal sistema di trasporto privato ad uno pubblico. Trasporto
gratuito per tutti gli strati della popolazione. Le azioni del MPL sono costituite
dal lavoro di divulgazione, studi e analisi dei sistemi di trasporto nelle
principali città del paese, portando queste informazioni nei vari settori e in
ogni Municipio. Inoltre, un altro elemento di rilievo sono le manifestazioni di
azione diretta, attività ludiche e leggi d’iniziativa popolare. Il MPL utilizza
questi meccanismi per fare pressione sul potere pubblico in tutte le sfere.
5. Cos’è
un servizio pubblico?
È qualsiasi servizio destinato a soddisfare un
bisogno pubblico a tutte le persone, senza esclusione. L’istruzione e sanità
saranno veramente pubbliche, soltanto se lo è anche il trasporto nelle grandi
città.
6. Ma é
veramente possibile avere un trasporto pubblico gratuito?
Secondo le proposte del movimento, non si
tratta di un servizio di navetta gratuito, nessuno esclude il suo costo, ma, la tariffa zero deve essere fatta attraverso un
“Fondo di trasporto”, raccolto attraverso
delle tassazioni in scala progressiva, o sia: chi ha più soldi, paghi di più rispetto a chi ha meno e a chi non può
pagare. Un aumento
progressivo e proporzionale in modo che i settori più ricchi della città
contribuiscono in maniera adeguata alla distribuzione del reddito e la garanzia
di un sistema di trasporto veramente pubblica, gratuita e di qualità a
disposizione di tutti, senza esclusione. Quello che devono fare l’Amministrazione
Comunale è migliorare la distribuzione
del bilancio pubblico, separando una parte per sovvenzionare il trasporto,
invece di spendere soldi in pubblicità, corruzione e opere o attività che non
soddisfano le reali esigenze della popolazione.
Il passe livre per gli studenti, è già una
realtà a Rio de Janeiro.
7.
Circa gli aumenti delle tariffe
In Brasile, il 35 % della popolazione che vive
nelle grandi città non hanno i soldi per pagare gli autobus regolari (IPEA,
2003). Molte persone sono escluse dalla scuola perché non possono permettersi
l'autobus per andarci. Ogni volta che avviene un aumento delle tariffe, tale
esclusione aumenta. Allo stesso tempo, è importante sottolineare che, invece di
combattere l’aumento delle tariffe, va combattuto l'esistenza stessa di una
tariffa. Il sistema dei trasporti deve essere completamente ristrutturato, in
modo che le tariffe non subiscono questo continuo aumento, escludendo sempre più
persone e limitando il loro diritto all’istruzione. Il trasporto deve essere
visto come un diritto fondamentale, non una merce.
Il tariffario Zero è il mezzo più pratico ed efficace per garantire il
diritto di circolazione di tutta la popolazione nelle città. Questa idea si
fonda sulla comprensione che il trasporto è un servizio pubblico essenziale, un
diritto fondamentale che garantisce alle persone di accedere ad altri diritti,
ad esempio, la salute e l'istruzione.
Con la crescita delle città, senza pianificazione, l'accesso alla
sanità, istruzione, tempo libero, lavoro, tra molti altri, tutto divenne molto
complicato, oltre ai costi economici, si porta via anche molte ore della
giornata. Nelle grandi città gli spostamenti sono una necessità quotidiana,
perché senza di loro la vita sociale sarebbe frustrante.
In quartieri distanti dai principali centri delle grandi città,
l'accesso ai diritti fondamentali può essere realizzato solo attraverso i mezzi
pubblici. E per garantire che tutta la popolazione possa avere questi diritti,
il trasporto deve essere pubblico e gratuito. In caso contrario, le persone che
non hanno i soldi per pagare il biglietto non possono raggiungere le loro
destinazioni e di esercitare i loro diritti.
Il 26 ottobre è considerata la Giornata Nazionale di Lotta per il Passe
Livre. La sua prima celebrazione avvenne nel 2005, dove una “catraca” in fiamme
simboleggiava l'unione delle manifestazioni che avvenivano in quattordici
città. La data è stata scelta perché era il giorno in cui una proposta di legge
d’iniziativa popolare del Passe Livre (circa 20.000 firme) è stata votata nel
Consiglio comunale di Florianópolis. Il progetto è stato approvato il 4
novembre.
Fonti
http://www.senado.gov.br- Senato
Federal do Brasil
Immagini: Archivio Google
Redazione:
Marileide Dourado
Nessun commento:
Posta un commento