mercoledì 2 luglio 2014

Passe livre


                                          

Non solo il prezzo di un biglietto
A
 A meno di 100 giorni dai mondiale di calcio 2014 del Brasile,  chi si mobilita contro l’evento, continua a sfidare i diversi livelli di governo e le autorità coinvolte nei preparativi. Gli avvenimenti iniziati nel mese di giugno 2013, in occasione della “Confederations Cup”, sono stati  di grande rilevanza per la vita politica brasiliana. Lo slogan dell’enorme manifestazione pacifica per le vie di São Paulo e diverse capitali del Brasile, come per esempio, Rio de Janeiro, Curitiba, Florianópolis, Belo Horizonte, era la revoca dell’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici, associata al ripudio della violenza della polizia militare che aveva duramente reagito alle manifestazioni precedenti.  La causa dell’indignazione sta nel fatto che le tariffe sono molto elevate in proporzione al salario minimo, che è la fonte di sostegno per la maggioranza delle famiglie brasiliane.
Oltre alla tariffa, considerata esorbitante, le imprese di trasporto ricevono sussidi dalle amministrazioni comunali e dallo Stato.  
Dopo le prime manifestazioni dell’inizio del mese di giugno 2013, la protesta ha raggiunto proporzioni enormi, con una partecipazione popolare diversificata, in grado di riunire più di 200 mila persone solo a San Paolo, secondo le stime ufficiali. Senza alcun intervento da parte della polizia, si è caratterizzata come manifestazione pacifica, e ha dimostrato che la popolazione della città, di opinioni molto frammentate, è capace di stringersi attorno ai problemi che ha in comune. La rilevanza storica di questi eventi è data dal fatto che una mobilitazione di tali dimensioni non avveniva da più di vent’anni, quando alla fine del periodo della dittatura militare brasiliana il movimento “Diretas Já” rivendicò  le elezioni dirette del presidente della Repubblica federativa del Brasile.
Queste proteste, hanno avuto un grande impatto nell’opinione pubblica di tutto il mondo. L’interessante sta nel vedere che in Brasile, il paese che tutti nel mondo considerano il più patologicamente ammalato di calcio, si metta in discussione la necessità di tenere in piedi il circo affaristico del pallone, sempre più gonfiato e sempre meno etico. Il fatto che ci siano tanti brasiliani, soprattutto giovani, che esprimono la loro rabbia per lo spreco di denaro previsto per i prossimi Mondiali di calcio 2014, e che davanti agli stadi, numerosi gruppi, organizzavano proteste con slogan del tipo Copa para quem? [Coppa per chi?], o, Não vai ter copa [Non ci sarà il mondiale], o ancora, “Quero hospital padrão Fifa, [riferendosi alle esigenze della Fifa in rapporto agli stadi] o ancora, “Da copa eu abro mão por mais dinheiro para a saúde e educação [Del mondiale faccio a meno in cambio di più soldi per la salute e l’istruzione]. Vedere migliaia di manifestanti che si riversavano nelle strade esigendo la riduzione delle tariffe e il miglioramento e l’ampliamento dei servizi prestati, riconoscendo esplicitamente, che è necessario stabilire un diverso ordine di priorità negli investimenti pubblici: è stato molto confortante. Soprattutto, si sfratta il mito del Brasile come la casa del calcio, e si viene a sapere che nel massimo campionato brasiliano la media è di quindicimila spettatori a partita, meno che nella seria B tedesca.
Inizialmente le manifestazioni sono state organizzate dal MPL Movimento Passe Livre, [trasporto libero], che rivendica nel lungo periodo la diminuzione progressiva delle tariffe del trasporto pubblico e, nell’immediato, la revoca dell’ultimo aumento. Pur mantenendo in generale la linea direttrice del MPL, le proteste di piazza hanno dato voce a diverse forme d’insoddisfazione e già dai primi giorni di manifestazione, mentre la popolazione scendeva in piazza, si notava una forte presa di coscienza da parte dei manifestanti, della propria forza, e l’obiettivo specifico delle riduzioni tariffarie si diluiva nelle parole d’ordine generiche d’esaltazione del patriottismo brasiliano: “contro la corruzione e contro i partiti”. Questa parziale trasformazione delle manifestazioni in senso antipartitico si è avvalsa del fatto che la campagna del MPL [Movimento Tariffa Libera], organizzatore delle prime proteste, con lo scopo unico della revoca del aumento delle tariffe dei trasporti - è formalmente slegata dall’appoggio dei partiti. Nei giorni successivi, le proteste in varie città del Brasile hanno cominciato a essere gestite da gruppi di manifestanti che intonavano canti d’orgoglio nazionale e slogan tradizionalmente associati alla destra conservatrice, e si sono macchiate di episodi di caos e violenza. La grande stampa e le principali reti televisive, controllate dai grandi gruppi d’interesse del paese, hanno iniziato a sostenere gli slogan e le rivendicazioni di stampo conservatore che si sentivano in piazza, indirizzandoli fortemente in senso antigovernativo e antipetista [cioè di opposizione al PT, il Partido dos Trabalhadores]. Anche se, i governi di molte città del paese, incluso San Paulo e Rio de Janeiro hanno revocato gli aumenti, da allora, le manifestazioni non si sono mai interrotte.
Le contestazioni erano caratterizzate da rivendicazioni non univoche, anzi, talvolta contrastanti. In tale contesto, è apparso evidente che non era possibile considerare la questione come un “semplice” scontro tra  sostenitori di istanze “di destra” e “di sinistra”, ma piuttosto andava vista a partire del quadro di scontento generale dei cittadini brasiliani per le mancate riforme da parte degli ultimi governi. L’azione di governo del PT durante questi ultimi anni di governo è stata caratterizzata da una distribuzione di denaro pubblico a favore di progetti d’assistenza alla popolazione, da una politica d’incentivazione dei consumi e conseguentemente da una crescita del mercato interno, ma allo stesso tempo dalla mancanza di radicali riforme strutturali, soprattutto nei settori della salute e dell’educazione. Così, dopo dieci anni di governo del PT [otto di Lula e due di Dilma Rousseff, attuale presidente in carica], la maggior parte della popolazione brasiliana, di tutti i ceti e di tutte le tendenze politiche, osserva con sgomento il permanere di una situazione sanitaria che continua a essere molto preoccupante, con gravi mancanze nell’assistenza primaria e secondaria, [prevenzione ed ospedali], e con un’istruzione pubblica, soprattutto primaria, pesantemente insufficiente. Questo, mentre la classe politica si rende protagonista di gravi scandali per corruzione, che hanno coinvolto importanti dirigenti dello stesso PT. Paradossalmente, il Partito dei Lavoratori, l’unico in Brasile di formazione e composizione non elitaria, ha accompagnato in questi anni la crescita e il rafforzamento di una classe media che è tradizionalmente conservatrice [e che quindi gli è politicamente ostile], la quale, proprio in virtù del miglioramento delle proprie condizioni, reclama maggiore spazio politico all’interno dei processi di costruzione del paese, e si sente nelle condizioni di esigere con più forza un’amministrazione decente della cosa pubblica. Tutto ciò avviene sullo sfondo del permanere di alcune “strutture” ereditate dai tempi della dittatura militare, come la gestione e organizzazione della polizia militare, quotidianamente responsabile di azioni molto violente soprattutto nelle periferie delle città, e braccio repressivo del sistema politico corrotto.
Si può quindi concludere che le proteste di piazza sono una reazione collettiva a una semplice diagnosi di base; ossia, che in dieci anni di governo del Partito dei Lavoratori, gli unici risultati tangibili sembrano essere, un’enorme diffusione della corruzione, la mancata realizzazione di quelle riforme politiche e sociali che fanno parte del programma politico del PT, e che la maggioranza della popolazione e della base elettorale petista considera essenziali per il Brasile, il permanere di condizioni precarie di salute e educazione, in larghissimi strati della popolazione. È dunque, da tali considerazioni che parte delle proteste di piazza hanno assunto delle connotazioni vagamente anarchiche, rivendicando un modello di azione apartitica [come se i partiti corrotti fossero la causa di tutti i mali], che sta offrendo spazio alla strumentalizzazione da parte di gruppi di destra, reazionari e conservatori, che, con il sostanziale appoggio della grande stampa, vedono nella critica all’azione politica del PT la possibilità di destabilizzare il governo in carica.
L’azione della polizia contro i manifestanti e soprattutto contro i giornalisti ha segnato un punto decisivo nella valutazione da parte della stampa delle rivendicazioni dei manifestanti. Tradizionalmente caratterizzati da un atteggiamento contrario alle proteste e favorevole al governatore dello Stato, i grandi mezzi di comunicazione hanno iniziato a rilevare l’uso eccessivo della violenza da parte della polizia militare, che impediva il diritto legittimo a manifestare. Tale nuovo atteggiamento, tendente a mettere in risalto il carattere democratico delle manifestazioni, ha fatto in modo che ampi strati della popolazione si sentissero coinvolti nella lotta per la rivendicazione dalla diminuzione della tariffa, affrontato una polizia scatenata in una repressione durissima, dai manganelli ai lacrimogeni, dai proiettili di gomma agli arresti, ottenendo l´unico risultato di radicalizzare e intensificare le proteste.

Chi manifesta?                       
Residenti costretti a traslocare a causa delle opere della Coppa del Mondo e Olimpiadi; militanti di movimenti sociali; il movimento a favore del trasporto pubblico gratuito “Passe Livre”; partiti politici; moltitudine di giovani organizzati via internet; la borghesia spaventata dal “pericolo” bolivariano; e, infiltrati nei cortei, diversi gruppi di black bloc, alcuni dei quali di nazionalità straniera che si mescolano in una rete d’indignati, più di sei anni dopo che il paese fu scelto per ospitare l'evento sportivo.
All’inizio delle proteste nel mese di giugno 2013, il movimento era cresciuto fino a diventare la più grande manifestazione avvenuta in Brasile dopo le proteste del 1992 contro l'allora presidente Fernando Collor de Mello. Come in altre recenti proteste di massa avvenute altrove, i social media hanno svolto un ruolo importante nell'organizzazione delle proteste pubbliche e nel mantenere i manifestanti in contatto tra loro.
 L’ultima manifestazione si è svolta nell’ultimo 25 gennaio in otto città del Brasile. A San Paulo, una manifestazione indetta via Facebook da un profilo apocrifo, ha radunato circa 2.000 persone ed è finita con i soliti saccheggi promossi da black bloc, oltre 160 detenuti e un giovane colpito da una pallottola; l'ultima vittima della impreparazione della forza di polizia di trattare con le proteste. In altre città, l'aderenza era inferiore e gli atti trascorsero senza gravi incidenti. Anche così, le autorità hanno sentito il colpo. La polizia ne ha randellati molti e gli ha lanciato addosso, gas lacrimogeni, com’è solita fare quasi dappertutto nel mondo. Ma, almeno per ora si è astenuta dall’allinearsi alla nuova moda “alla turca”, che prevede di sparare ai manifestanti con gli idranti, sostanze tossiche direttamente sulla faccia della gente.  A Rio, gli scontri fra dimostranti e forze di polizia avvenuti nei pressi di una stazione della metropolitana cittadina hanno provocato la morte di un operatore TV, il ferimento di sette persone e l’arresto di oltre una ventina di manifestanti.
La preoccupazione che situazioni analoghe possano ripetersi anche in occasione dei prossimi mondiali di calcio ha spinto il governo a cercare un “dialogo permanente” con i movimenti sociali delle dodici sedi dell’evento sportivo dell’anno. La decisione dell’esecutivo è stata resa nota da Gilberto Carvalho, Capo di Gabinetto della Presidenza della Repubblica. La preoccupazione è di assicurare la pace nei giorni delle partite, ma, i manifestanti temono che la polizia di Stato, con il consenso del Governo, insistono sull'applicazione della forza e della repressione, invece di aprire canali di dialogo con la società civile.
La risposta di Dilma Rousseff alla “voce delle strade” si è ridotta a nulla. La promessa di destinare il 100% delle royalties dei giacimenti petroliferi sottomarini [in verità meno dell´8% della rendita proveniente dal petrolio, che per il 92% è nelle mani del capitale privato internazionale] è stata mutilata e postergata dal Congresso. La “riforma politica”, annunciata prima come Assemblea Costituente e dopo ridotta a modifica di un paio di meccanismi elettorali, è stata semplicemente sepolta dal Congresso Nazionale.
 Quali sono veramente le cause dell’ondata di protesta?
 Sarebbe una spiegazione troppo facile dire che è a causa del calcio e della coppa del mondo, invece, le manifestazioni, hanno cause più profonde in seno a una società contraddistinta dalla radicale diseguaglianza economica, dal disinteresse politico e dallo sconforto per le violenze perpetrate della polizia, per il rialzo dell’inflazione e, in particolare, per l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico.
 Che cosa ha la Coppa del Mondo a che fare con tutto questo?
Le critiche si concentrano sulla consistente spesa pubblica, confinante con quindici miliardi di dollari, e interventi urbani, che, in gran parte, ha tralasciato le preoccupazioni nel estendere i benefici dei mondiali a una porzione più ampia della società.
La rivendicazione della diminuzione delle tariffe dei trasporti pubblici catalizza altre questioni che contribuiscono al sentimento popolare d’insoddisfazione. Gli investimenti miliardari in vista della realizzazione della Coppa delle confederazioni e della Coppa del mondo di calcio non possono non avere un effetto sull’indignazione dei brasiliani che, nonostante la maggior parte non manifestino pubblicamente, riconoscono, ad esempio, il problema della mancanza d’investimenti nelle aree della salute e dell’educazione pubblica. Senza dubbio, la FIFA cercherà di fare in modo che tali accadimenti non vadano a danneggiare gli eventi sportivi previsti, esercitando la propria influenza nei mezzi di comunicazione, con i quali ha chiuso dei contratti esorbitanti. Inoltre, e biglietti per gli incontri del Mondiale, partono da 150reais, [circa quarantasette Euro], non sono alla portata della maggioranza dei brasiliani. “Si rischia di vedere due mondiali di calcio: uno sfavillante negli stadi, con la regia della Fifa e un altro nelle nostre città, dov’è impossibile prevedere il livello di tensione”, dice Juca Kfouri, giornalista sportivo di Sao Paulo. “Se sarà pari a quello della Confederations Cup, allora sarà il disastro”.
Se poi qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio sulla parte dalla quale schierarsi, ecco per lui le sagge parole di Joseph Blatter, presidente della Fifa, a commento proprio delle manifestazioni di protesta: “Il calcio è più importante dell’insoddisfazione delle persone”.


lL lato oscuro dei Mondiali di calcio del 2014
 Gli sfratti:
Secondo Raquel Rolnik, rappresentante delle Nazioni Unite per il diritto all’abitazione, in Brasile si sta prendendo come scusa la Coppa del Mondo del 2014 per cambiare la struttura e l’organizzazione delle città brasiliane senza una previa discussione pubblica, né processi partecipativi. Anche Amnesty International ha denunciato che 150mila persone sono state sfrattate dalle loro case per fare spazio a stadi e strutture dei Mondiali di calcio, mentre città come Porto Alegre, Rio de Janeiro e Salvador de Bahia hanno ridotto l’estensione e il numero delle zone di preservazione ambientale permanente per fare spazio alle nuove infrastrutture.
_ “Ovunque nel mondo, eventi sportivi di questa portata sono accompagnati da una serie d’interventi urbanistici che cambiano il volto delle città ospitanti, il problema è che, nel caso del Brasile, questi interventi favoriscono la cementificazione di alcune aree e portano alla delocalizzazione dei poveri in zone remote”, dice il professore da UFRJ [Universidade Federal do Rio de Janeiro] Orlando Santos Júnior, ricercatore presso Metropolis Observatory. “Si stima che ad oggi ci sono oltre 150 000 residenti trasferiti . Il governo federale non ha mai rilasciato una valutazione nazionale dei senza tetto”.

Prostituzione:
Molte ONG brasiliane sono inoltre preoccupate dell’aumento della prostituzione durante l’evento, e dell’esclusione dei venditori ambulanti dalle vendite di gadget durante la Coppa del mondo. In Sudafrica 100mila persone hanno perso il lavoro e si stima che in Brasile l’evento colpirà circa 300mila lavoratori informali.

Promesse di crescita economica:
Il Governo di Dilma Rousseff, ha promesso la creazione di circa 700 mila nuovi posti di lavoro, e un aumento del Pil dello 0,26%, cioè 4 miliardi di dollari, ma esiste un forte rischio che non sia veramente  così. Il 99% dei costi dell’organizzazione dei mondiali di calcio in Brasile sarà stanziato dal settore pubblico, perché i privati questa volta mettono pochissimi soldi a disposizione, non vogliono che si ripeta il caso Sudafrica, [La ristrutturazione di alcuni stadi e la costruzione di altri è stata finanziata da sponsor privati, che hanno perso l’investimento perché dopo l’evento non sono più stati usati. Troppo grandi perché siano redditizi.  Fino ad ora sono stati investiti 14,5 miliardi di dollari per la costruzione di aeroporti, stadi e per potenziare i trasporti. Così, quella nel Paese sarà la Coppa del Mondo più costosa della Storia dopo il Sudafrica che ha avuto un costo per la nazione pari  a 1.709% più alto del previsto. Invece di guadagnare 600 milioni di dollari, come preventivato, il Sudafrica ha perso 2,3 miliardi. La Fifa invece guadagnò 2,5 miliardi, i ricavi più alti della storia dell’organizzazione.

Paradiso fiscale:
La Fifa e gli sponsor del Mondiale di calcio 2014, hanno chiesto come condizione, una deroga al pagamento delle tasse e i diritti esclusivi per le vendite durante l’evento. Questa eccezione costerà al Brasile circa 680 milioni di dollari. Inoltre, la Fifa è riuscita a sospendere la legge brasiliana che proibisce la vendita di alcol negli stadi per evitare situazioni di violenza. “L’alcol è parte della Coppa del Mondo della Fifa e questo non si negozia”, hanno avvertito dall’organizzazione. Così gli sponsor dell’evento, beneficerà dell’esclusiva, com’è successo in Sudafrica e i produttori di birra locali rimeranno esclusi dalle vendite.
Inoltre, tutte le limitazioni per eccesso di prestiti sono state sospese, e tutti i prodotti e servizi che sono legati alla costruzione degli stadi in Brasile, beneficiano oggi della deroga delle tasse.
Come non bastasse, la Fifa ha anche chiesto che il Brasile si assuma tutte le responsabilità finanziarie derivate da possibili danni causati da catastrofi naturali e attacchi terroristici.

Nuova legge contro il terrorismo:
PLS 499/2013 – [Progetto di Legge del Senato]
La legge antiterrorismo dovrebbe punire i manifestanti?
Per gli specialisti, inquadrare i manifestanti come terroristi è un’esagerazione guidato dalle esigenze di protezione delle norme della Fifa.
Il Progetto di Leggi del Senato 499/2013, che caratterizza il reato di terrorismo in Brasile, è al centro del dibattito politico. Alla vigilia dei Mondiali di calcio, i senatori si affrettano ad approvare la proposta, prima del grande evento. Secondo il progetto legge, Art. 2°, sarà considerato terrorismo “diffondere terrore e provocare panico generalizzato mediante reato o tentativo di reato alla vita, l’incolumità alla salute o alla privazione della libertà di persona.” – Pena – reclusione di 15 a 30 anni.
Così com’è definito, il reato di terrorismo può applicarsi ai reati commessi da gruppi e individui coinvolti in manifestazioni di massa. Le sanzioni sono severe i sono previsti fino a trent’anni di reclusione nel caso di morte, come nel caso dell’operatore TV, Santiago Andrade, ucciso durante la protesta contro l'aumento delle tariffe degli autobus, a Rio de Janeiro.
Specialisti di Diritto Costituzionale dalla Facoltà Mackenzie Rio, credono che oltre ad essere una risposta alla società davanti alla recrudescenza delle manifestazioni dopo la morte di Santiago Andrade, il disegno di legge mira a soddisfare le esigenze di sicurezze del cosiddetto “padrao Fifa”- ovvero il protocollo Fifa. “La corsa dei senatori ad approvare questo progetto corrisponde al tentativo di rispondere alle esigenze della classe media, spaventati dalla violenza delle ultime manifestazione, e la potente lobby della FIFA, che è preoccupata per la mancanza di controllo delle autorità. La criminalizzazione del terrorismo in queste circostanze incontra interessi sovranazionali. Se la Legge, verrà approvata in questo modo, è veramente un colpo mortale alla possibilità della mobilitazione di massa”, dicono. “Non ci sarebbe il bisogno di creare una nuova legge, quando il Codice Penale Brasiliano, sarebbe sufficiente a garantire la sicurezza in Coppa del Mondo e nelle Olimpiadi, se fosse semplicemente applicato in modo più rigoroso per quanto riguarda i crimini contro la vita e la proprietà”, aggiungono.
Uma cidade só existe para quem pode se movimentar por ela - Una città esiste soltanto per chi ci si può muovere.

I
n questo quadro complesso e in continua evoluzione, basato su un’instabilità politica molto forte, e alla presenza di forze conservatrici che tendono a depoliticizzare il significato delle manifestazioni, vale la pena sottolineare al contrario, il carattere politico e la forza strategica dell’azione del MPL. L’obiettivo dell’abbassamento progressivo delle tariffe dei trasporti pubblici e del riconoscimento a livello costituzionale dello stesso, come diritto dei cittadini al pari della salute e dell’educazione, mira, infatti, ad agire proprio in uno dei settori maggiormente colpiti dalla corruzione, che è unanimemente riconosciuta come una delle piaghe del paese. In tal senso, di là delle riduzioni tariffarie che sono state riconosciute in molte città del Brasile in seguito alle manifestazioni del mese di giugno dello scorso anno, è sicuramente una vittoria politica del movimento l’aver ottenuto, di fatto, l’ingresso di tale tema nell’agenda politica di tutti i politici che si presenteranno alle prossime elezioni, previste per il mese di novembre. Il MPL riunisce studenti; giovani lavoratori; disoccupati delle periferie delle capitali brasiliane e alcune organizzazioni di sinistra.

Movimento Passe Livre - MPL
In sette punti, il Movimento Passe Livre spiega chi sono, a cosa mirano e come sono organizzati. 
1. Chi sono
Il Movimento Passe Livre (MPL), è un movimento sociale, autonomo, apartitico, orizzontale e indipendente, che lotta per un trasporto pubblico vero, gratuito per tutti gli strati della popolazione e al di fuori della iniziativa privata. 
2. Com’è nato?
La rivolta popolare che ha originato i principi e l'idea del movimento Passe Livre è nata a Salvador, capitale dello stato di Bahia. Nel 2003, migliaia di giovani; studenti; operai; lavoratori e lavoratrici chiusero le strade pubbliche, per protestare contro l'aumento delle tariffe. Per dieci giorni, la città restò paralizzata. L'evento è stato così rilevante che è diventato un documentario intitolato “La rivolta do Buzù” (nomignolo, diminutivo di onibus, che vuoi dire autobus in portoghese), di Carlos Pronzato. Il film mostra come l'Unione Nazionale degli Studenti (UNE) e l'Unione Brasiliana degli studenti delle Superiori (UBE) tentarono di mettersi a capo di una rivolta che non avevano generato. La Rivolta del Buzù fino ad allora, era caratterizzata da un movimento autonomo e spontaneo. Dopo la scissione, la UNE e le altre organizzazioni si misero in contrasto con il movimento perché non riuscirono a esserne leader.
L'anno seguente, 2004, un gruppo di studenti di Florianópolis già si articolava in una proposta diversa dalle organizzazioni studentesche ufficiali. Ispirati dagli eventi di Salvador, la città si fermò nella famosa "Rivolta della Catraca" [catraca: tornello sugli autobus per regolare il passaggio]. Le proteste chiedevano, ancora una volta, la riduzione delle tariffe degli autobus, e ha avuto la partecipazione di studenti, associazioni di residenti, insegnanti, sindacati e la popolazione in generale.
Queste esperienze di Florianópolis e Salvador furono così rilevanti che, nel 2005, il “Movimento per il passe livre” della capitale dello stato di Santa Catarina - Florianópolis, ha deciso di organizzare una grande riunione (plenaria) al quinto Forum Sociale Mondiale nel gennaio 2005. Lì, persone provenienti da diverse città del paese condivisero le loro esperienze nella lotta per un trasporto collettivo di libero accesso e passi gratuiti per gli studenti. Così, nasce ufficialmente il Movimento Passe Livre, che ora è presente nelle principali città di tutte le regioni del paese.
Al Forum sociale mondiale di Porto Alegre, nel 2005, il MPL ha “istituzionalizzato” la sua organizzazione facendo del diritto basilare di muoversi nella città la sua principale bandiera; un diritto che deve essere garantito dal potere pubblico, come l´educazione e la salute, e che per essere affermato richiede una trasformazione del modello di trasporto, da privato a pubblico. Il che esigerebbe altre trasformazioni [il rimodellamento della città e dello spazio] e l´attacco al regime sociale capitalista. 
3. Come si organizza il MPL?
Con l’intento di sfuggire all’opportunismo delle organizzazioni ufficiali degli studenti, il Movimento Passe Livre si organizza con principi di base, approvati nella riunione plenaria che si è tenuta nel quinto Forum Sociale Mondiale del 2005.
I principi di organizzazione approvati furono indipendenza, apartitico, orizzontalità e decisioni per consenso. Durante il 3° Incontro Nazionale del Movimento Passe Livre (ENMPL), nel luglio 2006, si è aggiunto come principio il federalismo. Questi principi possono essere modificati solo con il metodo del consenso.
L'articolazione nazionale del movimento è fatta attraverso GTNs (“Grupos de Trabalho Nacional”: gruppi di lavoro nazionali), con i quali il movimento organizza azioni comuni, giornali nazionali (come il quotidiano nazionale del movimento) e l'Assemblea Nazionale del Movimento Passe Livre (Encontro Nacional do Movimento Passe Livre ENMPL). Nell'ultimo ENMPL è stata data l’indicazione di creare dei GTS (Grupos de trabalho di comunicazione, organizzazione e supporto legale). 
4. Cos’è il passe livre?
Il MPL vuole approfondire il dibattito sul diritto di trasporto urbano, sulla mobilità nelle grandi città e su un nuovo modello di trasporto per il Brasile. La loro principali bandiera è il cambiamento: dal sistema di trasporto privato ad uno pubblico. Trasporto gratuito per tutti gli strati della popolazione. Le azioni del MPL sono costituite dal lavoro di divulgazione, studi e analisi dei sistemi di trasporto nelle principali città del paese, portando queste informazioni nei vari settori e in ogni Municipio. Inoltre, un altro elemento di rilievo sono le manifestazioni di azione diretta, attività ludiche e leggi d’iniziativa popolare. Il MPL utilizza questi meccanismi per fare pressione sul potere pubblico in tutte le sfere.
5. Cos’è un servizio pubblico?
È qualsiasi servizio destinato a soddisfare un bisogno pubblico a tutte le persone, senza esclusione. L’istruzione e sanità saranno veramente pubbliche, soltanto se lo è anche il trasporto nelle grandi città. 
6. Ma é veramente possibile avere un trasporto pubblico gratuito?
Secondo le proposte del movimento, non si tratta di un servizio di navetta gratuito, nessuno esclude il suo costo, ma, la tariffa zero deve essere fatta attraverso un “Fondo di trasporto”, raccolto attraverso delle tassazioni in scala progressiva, o sia: chi ha più soldi, paghi di più rispetto a chi ha meno e a chi non può pagare.  Un aumento progressivo e proporzionale in modo che i settori più ricchi della città contribuiscono in maniera adeguata alla distribuzione del reddito e la garanzia di un sistema di trasporto veramente pubblica, gratuita e di qualità a disposizione di tutti, senza esclusione. Quello che devono fare l’Amministrazione Comunale è migliorare la distribuzione del bilancio pubblico, separando una parte per sovvenzionare il trasporto, invece di spendere soldi in pubblicità, corruzione e opere o attività che non soddisfano le reali esigenze della popolazione.
Il passe livre per gli studenti, è già una realtà a Rio de Janeiro.
7. Circa gli aumenti delle tariffe
In Brasile, il 35 % della popolazione che vive nelle grandi città non hanno i soldi per pagare gli autobus regolari (IPEA, 2003). Molte persone sono escluse dalla scuola perché non possono permettersi l'autobus per andarci. Ogni volta che avviene un aumento delle tariffe, tale esclusione aumenta. Allo stesso tempo, è importante sottolineare che, invece di combattere l’aumento delle tariffe, va combattuto l'esistenza stessa di una tariffa. Il sistema dei trasporti deve essere completamente ristrutturato, in modo che le tariffe non subiscono questo continuo aumento, escludendo sempre più persone e limitando il loro diritto all’istruzione. Il trasporto deve essere visto come un diritto fondamentale, non una merce.
 Tariffa Zero
Il tariffario Zero è il mezzo più pratico ed efficace per garantire il diritto di circolazione di tutta la popolazione nelle città. Questa idea si fonda sulla comprensione che il trasporto è un servizio pubblico essenziale, un diritto fondamentale che garantisce alle persone di accedere ad altri diritti, ad esempio, la salute e l'istruzione.
Con la crescita delle città, senza pianificazione, l'accesso alla sanità, istruzione, tempo libero, lavoro, tra molti altri, tutto divenne molto complicato, oltre ai costi economici, si porta via anche molte ore della giornata. Nelle grandi città gli spostamenti sono una necessità quotidiana, perché senza di loro la vita sociale sarebbe frustrante.
In quartieri distanti dai principali centri delle grandi città, l'accesso ai diritti fondamentali può essere realizzato solo attraverso i mezzi pubblici. E per garantire che tutta la popolazione possa avere questi diritti, il trasporto deve essere pubblico e gratuito. In caso contrario, le persone che non hanno i soldi per pagare il biglietto non possono raggiungere le loro destinazioni e di esercitare i loro diritti.
 Giornata Nazionale del Passe Livre
Il 26 ottobre è considerata la Giornata Nazionale di Lotta per il Passe Livre. La sua prima celebrazione avvenne nel 2005, dove una “catraca” in fiamme simboleggiava l'unione delle manifestazioni che avvenivano in quattordici città. La data è stata scelta perché era il giorno in cui una proposta di legge d’iniziativa popolare del Passe Livre (circa 20.000 firme) è stata votata nel Consiglio comunale di Florianópolis. Il progetto è stato approvato il 4 novembre.

Fonti
http://www.senado.gov.br- Senato Federal do Brasil
Immagini: Archivio Google
                                                                                             Redazione: Marileide Dourado

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